Chi Siamo

Vorremmo raccontarvi da cosa deriva la nostra esperienza e come la sfruttiamo.

La nostra storia

Siamo un team, un gruppo di persone, stufe del ciarpame commerciale venduto per oro colato e che alla fine mantiene poche delle promesse scritte sulla scatola.

Si collabora unendo idee ed esperienze al fine di creare soluzione meccaniche ed elettroniche davvero funzionali e talvolta innovative;

Tutto nasce una manciata di anni fa, durante una torrida giornata di inizio estate; Noi deriviamo dal mondo del modellismo dinamico di alta fascia: alcuni dei membri sono campioni italiani di acrobazia con jet, altri hanno avuto a che fare con la lavorazione dei compositi da quando non avevano la barba,  un gruppo di persone che su ogni campo può dire la sua.

progettazioneQuel giorno, eravamo alla ricerca di un mezzo alternativo,  la voglia di sperimentare qualcosa di nuovo, di diverso rispetto agli ormai consueti elicotteri e rover, ci spinse a buttarci nel mondo dei multirotori. Armati di volontà e determinazione, e nemmeno troppo consapevoli dell’avventura che quel giorno avrebbe avuto inizio, decidemmo che il nostro prossimo modello sarebbe stato un quadrimotore.

L’idea di acquistare prodotti già pronti non ci allettava, avevamo l’attrezzatura e l’esperienza per provare ad iniziare veramente da zero e così fu:

Le lunghe serate passate davanti al computer a scrutare video, leggere consigli, valutare soluzioni ci hanno portato a provare le prime schede di controllo, universalmente consigliate, molto accessibili economicamente ma anche molto complicate da settare per noi profani dell’ambiente: il computer, da oggetto di lavoro, prese di prepotenza il ruolo di “amico”, era indispensabile per il settaggio e quindi era inutile cercare di aggirarlo; driver, COM2 e FTDI erano all’ordine del giorno.. arrivarono inevitabilmente le prime disastrose esperienze; mezzi che non decollavano, si cappottavano, si smontavano in aria.. le inevitabili arrabbiature giungevano copiose e le delusioni lasciavano ben poco spazio all’ottimismo. Ma non demordevamo, la demotivazione non era contemplata; compravamo e testavamo sempre merci diverse, si sperimentavano motori,  eliche, regolatori e telai; univamo i lati positivi che trovavamo, ci rinnovavamo e iniziammo ad inserire nei nostri mezzi i materiali compositi (carbonio, kevlar, fibra di vetro), si disegnavano al CAD i telai e si provava a farli di diversi materiali, valutandone la resistenza, la flessibilità e la praticità così mano a mano iniziarono ad arrivare  le piccole soddisfazioni; i miti da forum sfatati e i consigli sbagliati vennero sempre più a galla, iniziavamo a capire le dinamiche che regolano il funzionamento di questi mezzi.

Con il proseguire del tempo, gli obiettivi erano sempre più ardui, ma i successi ci davano sempre nuovi stimoli, parola d’ordine: migliorare. Tutto doveva essere perfetto, il successo era avere, un mezzo stabile, preciso e affidabile. Fu così che iniziammo ad acquistare elettroniche e componenti sempre più pregiati, a conoscerli e a migliorarli: tramite test censivamo il materiale solo “firmato” da quello effettivamente di buona qualità, approfondivamo ogni aspetto meccanico ed elettronico che potesse apportare una miglioria alla macchina e fu così che una sera decidemmo di fare sul serio, sviluppando interamente un mezzo da zero, con tutta l’esperienza maturata e con i migliori materiali a disposizione. era la sera in cui nacque l’ OKTAGON.

Come abbiamo unito le forze

Il mezzo era già nelle nostre teste, le dimensioni e le soluzioni tecniche erano discusse sul momento, dovevamo solo portarlo sul foglio elettronico. Ora c’erano molte più cose da tenere in considerazione: ingombri e disposizione della componentistica per un accurato simmetrismo e bilanciamento, un decoroso ordine dell’insieme, praticità di utilizzo, resistenza alle sollecitazioni, rigidità strutturale adeguata (spessori, diametri e specifiche tecniche dei materiali), distribuzione corrente, interferenze elettro magnetiche, design e non ultimo il PESO. Si, il peso per noi è da sempre un punto fisso di fondamentale importanza; stiamo parlando di mezzi che volano, siano aerei elicotteri o droni,  perché portarsi a spasso del peso inutile comportante solo un peggioramento delle prestazioni (minor tempo di volo, maggiore usura della componentistica ecc..)? È stata prestata quindi particolare attenzione sulla scelta dei componenti e sul dimensionamento di ogni singolo pezzo, ove possibile sono state eliminate le viti, fatte asole, sostituiti particolari in acciaio con altri in titanio, supporti motore inizialmente in teflon divennero in carbonio, accorciati  il più possibile i cavi di ogni componente, tutto all’insegna della leggerezza che come vedremo, sarà fondamentale per delle prestazioni generali del mezzo e assolutamente fuori dalla norma.

Per una buona riuscita del prodotto, tutto era quindi da tenere in considerazione. Inoltre, visto che si trattava di un mezzo per il mondo professionale, non poteva essere un semplice telaio con i motori per poter semplicemente volare, doveva essere pensato per il montaggio della “camera mount” o “gimbal”, ovvero la struttura ospitante della videocamera; ed essendo un mezzo dalle elevate prestazioni e ambizioni, doveva essere equipaggiato con il massimo della tecnologia disponibile: 3 assi di rotazione per il massimo della stabilizzazione e della libertà di movimento. Ed ecco che allora al già lungo lavoro di progettazione del frame, si aggiunse quello, più delicato e difficile, di progettazione di una camera mount ad alte prestazioni e ridottissimi pesi.

Dopo 4 settimane e svariate ore di disegno, sfornammo l’esecutivo.. Piuttosto sicuri di non aver lasciato nulla al caso, e concordi sul fatto che sarebbe stato tutto “full carbon”, iniziò il processo di fresatura. Non saprei quantificare le successive ore passate a creare boccole e alberini o quelle passate con carta vetro, collanti, trapani e cacciaviti per arrivare ad avere il nostro “otto” pronto e operativo,  ma posso dire con certezza che il tempo dedicatogli è stato molto, ma alla fine siamo stati fieri della macchina che ne è uscita.

Ora a distanza di tempo, e sempre basandoci sulle esperienze fatte, possiamo dire con certezza che il mondo dei droni aerei lo conosciamo: siano essi ad ala rotante, fissa o multirotori. Quando vediamo un macchina del genere, con uno sguardo  identifichiamo i pro e i contro e sappiamo se è stata acquistata o modificata.

In un nuovo mondo in espansione, come questo, l’esperienza la fa da padrona e divide che prova a fare le cose, da chi le fa.